giovedì 27 ottobre 2011

IL MERCA' D'LE FUMNE - "Il mercato delle contadine di Saluzzo"

Qui a Cherasco, dove vivo io, il mercato settimanale è il giovedì mattina.
Io nutro un grande interesse (per non dire che sono una fanatica) per i mercati. E poi, per una come me che si nutre al 90 % di verdura, sono di importanza vitale i mercati dei contadini, ovvero dal produttore direttemente sulla mia tavola (cioè del consumatore).

Quello di Cherasco è un mercato ridotto all'essenziale, ma c'è comunque tutto ciò serve per vivere.
Ci sono tre banchi di verdura e frutta, c'è il camioncino del pesce, quello dei formaggi locali e poi tutta una serie di cose da "vecchio paese del Piemonte". Come il tizio che vende stoffe che è lì da quando ero piccola (molti dei nostri abitini da bimba cuciti da nostra madre...ecco la stoffa veniva già da questo banco del mercato, per dire).
E poi sono pur sempre nipote di due nonni che se non li si obbligava qualche anno fa ad andare in pensione e a interrompere quella faticosa (ma affascinante) vita lavorativa, a quest'ora erano ancora lì a vender pigiami e calze e a prender freddo!
Certo, se penso che quando ero in vacanza da scuola, in estate, supplicavo mia madre di lasciarmi andare con loro a fare i mercati, sul furgoncino Volkswagen alle 5.30 della mattina...Che belle colazioni con la nonna, ogni giorno in un caffè diverso, in una città diversa. Quante facce e quanti bei ricordi...
Insomma, che mi arrivi da lì la passione per i market?? Forse...
Essendo appunto un'assidua frequentatrice di mercati anche oggi, ho un bell'elenco per aiutarmi a ricordare giorno, città/paese dei dintorni, per non perdermene mai uno. Così, quando ho un po' di tempo, o voglio semplicemente rilassarmi e farmi del bene, parto e vado a fare una bella visita, talvolta a Cuneo, talvolta a Bra, Dogliani, la Morra e così via.



Ma c'è un posto che più di ogni altro mi piace e mi affascina e che (anche se recentemente si è colorato di una sfumatura un tantino "turistica" ma infondo, benvenga!) sa davvero di antico. Si tratta del "mercà d'le fumne" nella meravigliosa città di Saluzzo. Per chi non conoscesse questo paese,(perchè? c'è forse qualcuno che non è mai stato a Saluzzo???) beh, è un luogo davvero incantevole!
Qui tutto sa di antico e di misterioso, basta fare un giro nei vicoli della parte alta, dove si trova l'ex carcere della Castiglia, antico castello del '200 dei Marchesi di Saluzzo; una miriade di stradine, scalette, e viuzze che portano sempre in qualle incantevole piazzetta o giardino. Il tutto con quell'atmosfera leggermente decadente, comune a molte cittadine limitrofe, ma che comunque ha il suo perchè.
Il "mercà d'le fumne" (letteralmente "il mercato delle donne" in piemontese), si svolge in una di queste piccole vie, chiamata "porti scur" (portici bui). Queste anziane contadine, fazzoletti legati sotto il mento, in questo angolo senza tempo, vengono a vendere ciò che arriva dai loro piccoli orti: verdure e frutti (per lo più mele e pere in questa stagione, qualche kaki o melograno, nocciole e castagne). E poi commoventi mazzi di fiori di campo e di giardino, uova fresche, qualche volta anche formaggio. Non stupitevi se peseranno i vostri ortaggi su vecchie bilance di ferro con i pesi, è una prassi!Vi lascio qualche immagine relativa al mio bottino al ritorno da Saluzzo...Purtroppo non avevo la macchina fotografica con me, ma la prossima volta la porterò e cercherò di essere discreta per rubare qualche espressione...













martedì 25 ottobre 2011

QUATTRO QUARTI ALLE MELE E LAVANDA










Per molto tempo ho sentito parlare del "quattro quarti". Senza sapere cosa fosse in realtà.
Per la prima volta incontrai questo dolce in Francia, sbirciando nella vetrina di una pasticceria, penso fosse in Bretagna. I caffè e le pasticcerie francesi, con le loro incantevoli e seducenti creazioni non possono che catturare gli sguardu di golosi, e di amanti del bello...Per me fu amore a prima vista in quel 1998, anno della maturità e del primo vero viaggio che intrapresi con il più classico dei copioni: zaino in spalla, treno, autostop e amici. E la Bretagna con il suo cielo tempestoso e poi improvvisamente sereno, le onde impetuose e i gabbiani di Point Du Raz, i cimiteri e le chiesette di pietra, le ortensie...e i suoi dolci per me così diversi...Fu un colpo di fulmine, dicevo. E proprio le panetterie e le pasticcerie mi rapirono, con il loro modo così curato di allestire le vetrine e i banconi. Quasi esponessero opere d'arte (e a volte proprio di arte si tratta).
In particolare ricordo un pomeriggio di pioggia battente; dopo chilometri (sì!!! chilometri!!) a piedi arrivamo fradici e zuppi in un paesino di cui non ricordo nemmeno più il nome. Infreddoliti e con una gran fame di merenda (a 18 anni è un bisogno la merenda!) , entrammo in una piccola pasticceria, unvero paradiso dotato di tavolini per poter prendere con calma un dolce accompagnato da te o caffè. E qui finalmente un incontro ravvicinato con meravigliose paste da te e dolcini. Qualcuno scelse una piccola crostata con rosse e scintillanti fragoline (oggi penso fosse la "tarte aux fraise"), altri il "pain au chocolat". Io colta alla sprovvista dallo sguardo interrogativo della signora del megozio, indicai con il dito un dolce che sembrava un plum cake di quelli che preparava anche mia madre...dal misterioso nome "quattro quarti".
Buono, una vera coccola con il te caldo. Solo qualche anno dopo, quando comincia a dare vita alla mia passione per la cucina dolce, capii il significato del suo nome.
Quattro ingredienti, ognuno dello stesso peso delle uova.
Da allora ne ho fatti di esperimenti. Ho diminuito le uova quando necessario, ho provato a sostituire parte del burro con dello yogurt denso, ho aggiunto frutta o cacao. Ma questa ricette mi viene sempre bene e piace a tutti. E in questa torta convivono due cose che amo: la pasticceria e la Francia.











QUATTRO QUARTI MELE E LAVANDA (in questo caso un 3/3?)


3 uova pesate intere, con il guscio

lo stesso peso di burro, di zucchero e di farina

3/4 di una bustina di lievito per dolci

2 mele

1/2 cucchiaino di fiorellini di lavanda essiccati



Imposto il forno a 180°C. Preparouna teglia imburrandola. In questo caso ho usato una tortiera rotonda da 22 cm, può andare bene anche uno stampo da cake.

Per prima cosa metto a fondere il burro nel forno (mentre si scalda) in una ciotola resistente al calore. Quando il burro è completamente fuso tolgo la ciotola dal forno (presina!) e metto dentro i fiorellini di lavanda, in infusione. Lascio raffreddare il burro fuso (se non voglio i fiori di lavanda nell'impasto lo filtro con un colino).

Intanto monto le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso e chiaro. Incorporo il burro profumato nell'impasto e per unltima aggiungo la farina con il lievito, lentamente, girando con un cucchiaio di legno.

Sbuccio e taglio la mela a fettine. Prendo lo stampo imburrato lo cospargo di zucchero e poi dispongo le fettine di mela come fossero petali di rosa. Rovescio l'impasto sopra alle mele, livello per bene.

Inforno. Il tempo è relativo al tipo di stampo, ma in circa 35-40 minuti la torta dovrebbe essere cotta. Io comunque faccio sempre la prova stecchino. Se esce asciutto ok!

Quando tolgo la torta dal forno aspetto qualche minuto e poi la capovolgo su un piatto bello grande. Ed ecco le mele che giacevano sul fondo, ora in bella mostra!

Se mi va aggiungo qualche fiorellino di lavanda mentre il dolce è ancora caldo, come tocco decorativo e aromatico.
* ho preparato il quattro quarti anche separando gli albumi dai tuorli, montando gli albumi a neve e aggiungendoli per ultimi all'impasto, delicatamente, con una spatola. Di solito lo faccio quando non metto frutta nel dolce

** si può anche, come dicevo sopra, sostituite circa metà del burro con dello yogurt tipo greco:l'impasto risulta molto morbido e leggero!



lunedì 24 ottobre 2011

IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO




Gli inizi mi hanno sempre reso un po' nervosa: da un lato sento quell'energia irrefrenabile, tipica di quando ci ci si accosta a qualcosa di nuovo; ci sono un mare di cose che vorresti dire o fare (in questo caso qui, scrivere). Dall'altro lato invece è come se indugiassi continuamente "sulla porta", senza il coraggio di entrare, sorridere, prender parola.
Qui, nella prima "pagina" scriverei dunque l'intestazione di questo nuovo quaderno.
La "materia" in questione, il cibo: poi che siano ricette o appunti di viaggio, posti dove si mangia, luoghi dove si compra, sempre di cibo si tratta. E in particolare di cibo vegetariano, ovvero ciò che cucino ogni giorno per la mia famiglia.
In sostanza il mio personalissimo modo di intendere la cucina vegetariana, dalla colazione alla cena.
Il cibo del risveglio, la colazione, ha senz'altro un posto unico nel mio cuore! Amo preparare qualcosa di buono, apparecchiare per bene il nostro piccolo tavolo per due per poi goderci quei pochi, ma preziosissimi, minuti mattutini.
E' anche capitato...anzi, capita spesso a dire la verità, che io mi alzi un (bel) po' prima perchè magari quella mattina mi è venuta in mente quella cosa che devo assolutamente provare.......Ma penso sia una cosa molto più comune di quanto si pensi, non è vero?
Quindi non sconvolgerò nessuno se come prima ricetta propongo questi PANCAKES semplicissimi e velocissimi da preparare, adatti anche per le emrgenze dell'ultimo minuto. Quelle del tipo: finite le fette biscottate, solo qualche briciola nel cesto del pane, nessuna traccia di biscotti o di qualsiasi cosa inzuppabile nel latte/te del mattino. Spalmabili liberamente con ogni tipo di confettura o con un bel cucchiaio generoso di miele.














PANCAKES AL CACAO



120 gr di farina

120 gr di latte intero

60 gr di zucchero di canna

20 gr di cacao amaro in polvere

1 uovo felice

2 cucchiaini di lievito per dolci

un pizzico di sale

burro per la padellina




In una ciotola setaccio la farina con il lievito, il sale, lo zucchero di canna e il cacao amaro.
In un'altra ciotola sbatto leggermente il latte non troppo freddo con l'uovo
Poi verso il composto liquido in quello secco, sempre sbattendo con una frusta e cercando di non fare grumi. Se si mescola dapprima poco liquido e poi si unisce il resto via via, di solito la cosa riesce abbastanza facilmente.
Quando ottengo una pastella bella cremosa lascio riposare un minutino il tutto...Giusto il tempo di imburrare una padellina non troppo grande e di metterla sul fuoco dolce a scaldare per bene. Deve essere molto calda ma attenzione che il burro non si bruci!

Verso dunque la pastella (io uso un piccolo mestolo) e faccio in modo che ricopra tutta la superficie della padellina. Quando vedo delle piccole bolle comparire sul pancake e, toccandolo con una spatola, si stacca facilmente dalla padella, ecco è il momento di girarla dall'altra parte. Se non ci si sente ancora pronti per il lancio e la ripresa al volo (scherzooooo) si usa una spatola e il gioco è fatto. Un minutino di cottura anche dall'altra parte e via. Io le impilo una sull'altra formando torrette alte e sbilenche...Oltre all'effetto carino e un po' scenografico (esibizionismo in cucina alle 7 di mattina) la cosa serve per mantenerle calde. Almeno, ho notato che una con l'altra si tengono al calduccio e quando si portano in tavola, la prima fatta non è già fredda! Anche perchè non accendo il forno, non ho tempo a quest'ora! E poi sono buonissime mangiate subito e tiepide.

Io le adoro con il miele chiaro e liquido di acacia, ma anche la marmellata di albicocche è ottima!

Mentre le preparo cerco un po' di musica su "tunein radio"; dal Paese che mi ispira quella mattina, dove per esempio sogno di essere o secondo il genere musicale più adatto al risveglio...